Mini scosse al cervello per migliorare la memoria dei malati di Alzheimer

Si è parlato tanto nelle ultime settimane dell’abbandono della ricerca sul morbo dell’Alzheimer da parte di alcune importanti case farmaceutiche internazionali. In questo panorama di sconforto si fa largo un interessante studio condotto dal dottor Giacomo Kock, a capo di un gruppo di ricercatori della Fondazione Santa Lucia Irccs, a proposito di una cura contro la perdita della memoria a cui sono progressivamente destinati i malati di Alzheimer.Lo studio si basa sulla stimolazione magnetica transcranica (Tms), ovvero una sorta di piccole scosse generate da campi magnetici che, dopo aver attraversato la scatola cranica, si trasformano in impulsi elettrici che vanno a riattivare le connessioni tra sinapsi e neuroni. Nella fattispecie, la rete neurale su cui i ricercatori hanno agito è il ‘default mode network’, area profonda del cervello e in connessione all’ippocampo (da sempre studiato per quel che riguarda l’Alzheimer e la perdita di memoria). Gli studiosi hanno notato che i pazienti con Alzheimer trattati con queste stimolazioni indolori hanno avuto un miglioramento della memoria pari al 20%. Uno studio che abbraccia non soltanto la sfera del morbo di Alzheimer ma anche ictus cerebrale, sclerosi multipla, disturbi di ansia, schizofrenia e malattia di Parkinson.

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